LAZIO TERRE DELL’OLIO BLOG-TOUR

OLIO DI OLIVA DELLA TUSCIA BLOG TOUR

il 12 e 13 dicembre ho partecipato a Viterbo al BlogTour “Lazio terre dell’Olio” promosso dalla Camera di Commercio di Viterbo.

PRIMO GIORNO, 12 dicembre

Visita alla città di Viterbo (guidati dalla brava dott.ssa Simona Sterpa) con il suo bellissimo Medioevo.

Successivamente abbiamo fatto Visita all’antico frantoio “Il Paradosso” con il Sig. Mario Matteucci. Per uno studioso dell’olio nell’Antichità come me, partecipare al BlogTour “Lazio terre dell’olio” è stata un’esperienza unica ed emozionante. Devo dire che anche l’organizzazione e le persone che hanno partecipato all’iniziativa si sono rivelate essere veramente eccellenti.

E’ stato bello andare a trovare il Sig. Mario, che ci ha illustrato le tecniche antiche e moderne per fare l’olio, e con grande meraviglia ho scoperto che, fino a settanta anni fa le tecniche di lavorazione delle olive non si differenziavano molto da quelle romane. Infatti sia la macina che il torchio dei nostri nonni avevano caratteristiche e principi di funzionamento molto simili a quelli romani del III sec. a.C. in poi.

La macina prevedeva, come in alcuni esemplari dell’antica Roma, una mola in pietra che ruotava su se stessa e camminava in cerchio all’interno di un contenitore anch’esso in pietra, ed era mossa da forza umana e/o animale.

Anche il torchio dei nostri nonni assomiglia molto a quello antico. Anche loro mettevano la polpa che derivava dalla macinatura delle olive in dei contenitori molto particolari detti “fiscoli”. Essi erano fatti in vimini intrecciati (per lo più di una specie di ginestra e giunco). Poi venivano accatastati sulla pietra circolare, che aveva ricavato un canale che permetteva lo scorrimento dell’olio, e quindi pressati con una trave di legno del tutto simile a quella che i Romani chiamavano “prelum”.

Insomma un’esperienza affascinante. Poi il gentilissimo sig. Mario ci ha illustrato come si facevano i fiscoli. E vedere la sua abilità nel produrre questi oggetti utilizzando la “canapa indiana”, come faceva da giovane, è stato strabiliante.

Vincenzo_Allegrezza_BlogTouor_Olio

Prima ci ha fatto vedere  come si ricavavano i fili che servivano a comporre i fiscoli. Poi li ha intrecciati con un’abilità e una velocità che richiamano movimenti antichi, ancestrali. Tutto ciò mi ha riportato a pensare ai torchi dei Romani che io studio, e a rendermi conto come doveva esistere, in antico, una vera e propria filiera connessa alla produzione olearia dei Romani. Un impegno ingente di uomini e mezzi. Assistere a tutto ciò mi ha reso più consapevole di quello che io studio, un vero e proprio arricchimento culturale insomma.

Vincenzo_Allegrezza_BlogTouor_Olio

Anche il successivo step, a Vetralla guidati da Andrea De Giovanni in un uliveto

Vincenzo_Allegrezza_BlogTour_Olio

e poi al frantoio Paolocci che utilizza le più moderne tecniche per la produzione dell’olio di oliva, mi ha portato a riflettere sulla produttività di un oliveto moderno rapportata a quello antico.

Le moderne conoscenze tecniche ci fanno raccogliere, indubbiamente, più olive e, soprattutto, oggi riusciamo a non rovinare le loro capacità organolettiche, senza strappare i rami e gli stessi frutti. D’altro canto oggi agiamo seguendo i consigli degli antichi. Le moderne tecnologie esistono poiché abbiamo più consapevolezza scientifica di quei consigli.

Varrone e Plinio il Vecchio ci raccomandano di non bacchiare le olive perché esse, altrimenti, inacidiscono, e oggi noi facciamo tutto il possibile per evitare ciò. Complimenti a Sig. De Giovanni che ci ha fatto assaggiare l’olio “Supremo”, di sua produzione, un olio che è realizzato con le suddette tecniche moderne per avere il sapore di quello antico.

Anche il pranzo a Vetralla “Da Benedetta” è stato una bella sorpresa, perché il cibo era di qualità.

Nel corso del pranzo io ho illustrato il mio progetto di studiare il paesaggio agrario nell’Arco del Mignone, un estremo lembo della Tuscia, dove ho rinvenuto molti esemplari di torchi e numerosi olivastri ed olivi inselvatichiti.

Nel video un estratto del mio intervento:

In particolare, in collaborazione con il CNR si vuole studiare il DNA di queste essenze arboree per individuare quegli olivastri e olivi inselvatichiti che sono discendenti degli olivi impiegati nella produzione agricola etrusca e romana. Ciò deve essere letto soprattutto in associazione con quei numerosi torchi da me individuati e studiati. Proprio il 22 dicembre gli studiosi del CNR sono finalmente venuti a fare i primi prelievi di campionature cellulari di tali piante. Il tutto è di estremo interesse e appassionante.

Nel pomeriggio abbiamo fatto una passeggiata sulla Via Francigena lungo il tratto all’interno Vetralla e visita all’antica chiesa di San Francesco.

oliotour12

Devo dire che il sapore del cibo si è sposato idealmente e perfettamente con il “gusto” delle pietre antiche, con il tufo. Di ritorno a Viterbo, abbiamo degustato panettone e cioccolata a base di olio di oliva nella Pasticceria Polozzi.   Dopodichè abbiamo fatto visita alla mostra Etruschi 3D. Cena al Gran Caffè Schenardi.

SECONDO GIORNO, 13 dicembre

Un’altra tappa importantissima è stata quella della visita alla necropoli rupestre Etrusca di Castel d’Asso, dove la bravissima archeologa dott.ssa Francesca Pontani ci ha illustrato l’articolata realtà del rito, anche sotto il profilo architettonico, del Mondo dei Morti presso gli Etruschi. Le tombe di questa necropoli, ci ha spiegato la dott.ssa Pontani, avevano una facciata con una sorta di struttura superiore, porticata, e poi in profondità, al di sotto, il “dromos” di accesso vero e proprio, con la camera sepolcrale.

 

La necropoli, la natura, qui sono veramente meravigliosi, peccato che vandali ed imbrattatori frequentano questo luogo.

Altra importante tappa è stata la visita al “Museo della Città e del Territorio” di Vetralla, dove   la professoressa Elisabetta De Minicis ci ha illustrato l’importante materiale contenuto nel museo: attrezzi agricoli, del lavoro manuale che ci parlano spesso di antichi mestieri che vanno scomparendo.

Ci vuole una grande sensibilità per conservare il passato, per averne memoria da tramandare ai nostri figli. I reperti mostrati al pubblico vanno dalla ceramica medievale (da un butto di Viterbo) a tutti gli attrezzi, per la carpenteria, l’agricoltura ed anche la sfera del sacro.

Successivamente abbiamo potuto degustare un aperitivo presso la “Casa Editrice Ghaleb”, che offre un’interessantissima gamma di libri relativi a saggi sul territorio della Tuscia.

Vincenzo_Allegrezza_BlogTour_Olio

Infine visita a Calcata e ivi pranzo al Ristorante La Piazzetta. Devo dire che qui il buon cibo è frutto dell’inventiva e delle capacità del gestore che riesce a reperire gli elementi della sua cucina presso i posti migliori della Tuscia.

Durante il pranzo è emersa la simpatia dei componenti del gruppo di “bloggers”, e devo, da ultimo, ringraziare Laura Patara per l’iniziativa.

Questi i miei compagni che con me hanno assaporato la Tuscia di Viterbo: Liliana Comandè, Philiip Curnow, Norma Hengstenberg, Giuseppina Marcolini, Sandra Morlupi (Quarto Spazio), Laura Patara (Paper Moon), Caterina Pisu, Paola Romi, Mauro Sciambi, Geraldine Meyer, Simona Sterpa.

 

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